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A SPOLETO MONTA LA PROTESTA DEI COMMERCIANTI

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Negozianti, baristi, ristoratori si stanno organizzando con un flashmob in città: luci accese nei locali commerciali, manifesti giganti in vetrina e all’ingresso strisce bianche e rosse, quelle che servono a interdire le zone di divieto.

“NON ABBASSIAMO LA GUARDIA MA NON COSTRINGETECI AD ABBASSARE LE SARACINESCHE”, è la frase a caratteri cubitali che campeggia sui manifesti.

Chiedono di accendere un faro, di fare luce sull’emergenza. Non sul domani, ma sull’oggi, perché ormai sono passati quasi due mesi dal lockdown.

Non è più tempo di ragionare al futuro, si chiedono risposte per il presente.

Chiedono chiarezza e norme certe. Chiedono un sostegno. I dubbi che attanagliano i piccoli imprenditori sono molti e concreti.

La categoria è fondamentalmente divisa tra chi ci vuole provare e chi teme che la riapertura costituisca il rischio concreto di dover sostenere altre spese a fronte di mancati incassi, convinti che i clienti diserteranno i negozi per la paura del contagio, ma anche per la penuria generalizzata.

Aziende chiuse, cassa integrazione che non arriva, bonus dei 600 euro che alcuni non hanno ancora visto accreditarsi sul conto corrente, difficoltà crescente a sostenere spese e tasse che continuano a correre.

Questo è il quadro. Il timore di contrarre il virus da parte di chi comunque percepisce uno stipendio statale, o una pensione, e la mancanza di liquidità degli altri, lascia presagire il peggio. La stagione primaverile è ormai compromessa e su quella estiva grava una pesantissima ipoteca. La situazione sta diventando insostenibile. Metabolizzata o quasi l’emergenza sanitaria, cresce l’emergenza economica e l’incertezza dovute a regole non ben definite e una crescente sfiducia nel contesto attuale. Il punto non sarebbe tanto se riaprire o meno, quanto quello di essere tutelati dal rischio effettivo che sia l’una che l’altra soluzione comporta.

Sarà una protesta silenziosa e diffusa quella che i commercianti si apprestano a mettere in campo nei prossimi giorni.

Forte ma dignitosa e rispettosa di tutte le regole del distanziamento sociale che il Covid-19 richiede.

Sarà un urlo silenzioso e diffuso di una Italia in cui le piccole-medie imprese rivendicano il loro ruolo di spina dorsale del Paese e vogliono risposte e sostegno concreto.

di Leonilde Gambetti

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