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BODY SHAMING: PRATICA ANTICA, VERGOGNA MODERNA

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Mary Ann Bevan nasce a Londra il 20 dicembre del 1874 da una famiglia molto numerosa e molto povera.

Inizia a lavorare presto come infermiera, per necessità, ma anche perché ha il desiderio di aiutare gli altri col suo lavoro.

È giovane e bella quando incontra l’amore della sua vita, Thomas Bevan, si sposano e hanno 4 figli. La sua felicità però è oscurata da un problema di salute. Ben presto, infatti, comincia ad accusare forti mal di testa e intensi dolori muscolari. L e sue ossa si stanno incredibilmente allungando, deformandole il viso e gli arti. Scopre di essere affetta da una malattia incurabile che, oltre a farla soffrire, la rende fisicamente sempre più brutta. Dopo 11 anni di matrimonio rimane vedova e a causa del suo stato di salute perde anche il lavoro.

La malattia avanza trasformandola in una maschera grottesca. La gente, quando la incontra, la deride e la insulta.

Sola, senza soldi e con i figli da mantenere è al culmine della disperazione. Viene a conoscenza di un concorso che mette in palio una grossa somma di denaro per chi sarà eletta come “Donna più brutta del mondo”.

Soffoca la vergogna e partecipa. Vince il concorso e diventa famosa. Inizia a lavorare in un circo dove viene vestita in modo ridicolo ed esibita al pubblico ludibrio insieme a nani, giganti, donne barbute ed altri “freaks”, esseri umani considerati fisicamente al limite della mostruosità. Il suo lavoro è quello di essere schernita, ridicolizzata ed insultata.

Così si guadagna il pane. Diventa un vero fenomeno da baraccone. È degradante e umiliante. È crudele.

Ma lei pensa ai suoi figli da sfamare, manda giù la vergogna e tira avanti, sapendo che non le è rimasto molto tempo da vivere.

Muore nel 1933 a 59 anni.

La malattia di Mary Ann è chiamata “acromegalia” ed è dovuta ad un tumore benigno della ghiandola ipofisaria responsabile dell’eccessiva e prolungata secrezione dell’ormone della crescita.

Allora era incurabile, ma oggi la medicina consente a molti pazienti un ritorno alla vita normale.

Questa storia vera è per raccontare, fino all’estremizzazione e con un epilogo tragico, il body shaming, un termine inglese molto usato al giorno d’oggi, che indica una forma di bullismo: prendere in giro le persone per il loro aspetto fisico. Come abbiamo visto non è una invenzione nuova. È qualcosa che ha radici profonde e colpisce sopratutto le donne. Una pratica che oggi è enormemente amplificata dall’uso dei media e dei social network.

Deridere gli altri per le loro caratteristiche fisiche o per come vestono è un problema culturale che va sconfitto.

Oggi Mary Ann Bevan dovrebbe vincere il premio di “Donna più coraggiosa del mondo”.

E chi l’ha schernita, così come chi ancora oggi schernisce gli altri per l’aspetto fisico, merita soltanto l’oblio.

Leonilde Gambetti

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