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Giovanna d’Arco (1412-1431). Vergine guerriera e santa laica.
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Pochi giorni fa uno spaventoso incendio ha devastato una parte (la guglia e il tetto) della cattedrale di Notre Dame di Parigi. La cattedrale è uno degli emblemi della nazione francese e dell’Europa. In Francia, a partire dal 1432, l’8 Maggio si tiene una lunga processione ad Orléans, nella Loira, per rendere omaggio ad un altro simbolo della Francia: Giovanna d’ Arco.
La processione rievoca la liberazione di Orléans dall’assedio degli inglesi (nel corso della guerra dei Cent’Anni– 1337/1453- tra il Regno di Francia e il Regno d’ Inghilterra) nel 1429 da parte di Giovanna d’ Arco, la Pulzella d’ Orléans.
Per tantissimi francesi (e non solo) la Pulzella d’ Orléans è sinonimo di candore, coraggio, devozione, patriottismo e spiritualità. Lo storico francese Jules Michelet (1798-1874) definì Giovanna d’ Arco una “santa laica”. Una giovane contadina, semplice e tenace, che ottenne dal re di Bourges, il Delfino di Francia, il comando di un piccolo gruppo armato. Giovanna sostenne dinanzi al Delfino di Francia di udire la voce di Dio e degli appelli interiori che la spronarono ad agire per liberare la Francia dalla invasione inglese. E la Pulzella d’ Orléans in parte vi riuscì: gli inglesi lasciarono Orléans – 8 Maggio 1429- e poi Reims, dove il Delfino fu incoronato – il 17 Luglio- con il nome di Carlo VII di Francia.
A Compiègne, il 23 Maggio 1430, Giovanna d’ Arco cadde nelle mani dei Borgognoni (la fazione politica che si contrappose a Carlo VII e si alleò con il Regno d’Inghilterra). Jean de Luxembourg, fedelissimo di Filippo III di Borgogna, la vendette agli inglesi. Quest’ ultimi la definirono una strega e la fecero giudicare da un tribunale ecclesiastico (Inquisizione) nella città di Rouen. Carlo VII non intervenne per liberare la giovane che donò lui vittorie e la corona di Francia. Durante il processo Giovanna D’Arco si difese con abilità, candore e intraprendenza. Fu dichiarata eretica e arsa viva, a Rouen, il 30 Maggio 1431. Nel 1546 sempre un tribunale ecclesiastico la proclamò innocente. Giovanna d’ Arco fu beatificata nel 1909 e canonizzata nel 1920. Il tempo rese giustizia alla brevissima vita (arsa viva alla età di 19 anni) della contadina del villaggio di Domrémy.
Il 29 Maggio 2017 una ragazza turca, di 25 anni, trovò la morte a Raqqa, in Siria, ad opera dei miliziani dello Stato Islamico (Isis). Ayse Deniz Karacagil, turca, sposò la causa dei curdo-siriani e la guerra all’ Isis. “Cappuccio rosso” – così Ayse è stata raccontata dal disegnatore Zerocalcare nella bellissima opera a fumetti “Kobane Calling” – raggiunse sul fronte di Raqqa le donne militari delle Unità di produzione popolare. Ayse e le militari curde fanno pensare, per alcuni aspetti, al percorso esistenziale della Pulzella d’ Orlèans: mettere da parte gli abiti femminili, fare la guerra per una giusta causa, nel contempo essere forti e semplici. Moltissime forme di arte (cinema, danza, letteratura, musica, pittura, scultura, teatro e, come abbiamo indicato, la nobile arte del fumetto) hanno presentato la storia di Giovanna d’ Arco.
Ci teniamo a ricordare che all’ultima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto (2018) è stata rappresentata l’opera “Giovanna d’ Arco al rogo” (opera del 1938. Testo di Paul Claudel e musica di Arthur Honegger) per la regia di Benoit Jacqot. Una straordinaria Marion Cotillard, già premio Oscar per “La vie en rose”, ha fatto rivivere la Pulzella d’ Orléans.
Lo storico Franco Cardini ha messo in evidenza il carattere paradossale della esistenza di Giovanna d’ Arco: “Una fedelissima figlia della Chiesa che finisce però bruciata come eretica; una rappresentante esemplare dell’identità francese, che però – in quanto contadina della regione della Mosa – è al tempo stesso una marginale; una giovane donna fiera di quell’attributo così squisitamente cristiano che è la verginità”.
Giovanna d’ Arco in quanto donna seppe insegnare agli uomini ad agire, a sognare. In quanto donna fu oggetto di cattiveria, invidia, luoghi comuni. Nel processo teologi e giuristi la definirono “una strega che si veste con abiti da uomo”. Giovanna d’ Arco disse: ”Io vengo, io vado, io mi libero dalle mie catene”.
Fonti:
Franco Cardini, Giovanna d’ Arco. La vergine guerriera, Mondadori, 1998
Beda Romano, L’ uso politico di Giovanna d’ Arco, “Il Sole 24 Ore”/ “Domenica”, 14 Aprile 2019, p.20
https://www.avvenire.it/agora/pagine/jacquot
Per saperne di più:
Il processo di condanna di Giovanna d’ Arco, a cura di Raymond Ourcel, Res Gestae, 2015
Film: C.T. Dreyer, La passione di Giovanna d’ Arco, 1928
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