In questa estate bollente è infuocato il dibattito sul green pass, la carta che permette libera circolazione in ogni luogo e rilasciato a chi si è vaccinato, a chi ha avuto il Covid19 ed è guarito, o a chi ha un tampone negativo fatto entro le 48 ore. Ne parlano i politici, i sindacati, le associazioni di categoria, i costituzionalisti, la stampa, ma soprattutto ne parlano i cittadini.
Ognuno esprime il proprio punto di vista e il tempo certamente dipanerà la questione, nel frattempo vi raccontiamo una curiosità storica.
PASSAPORTO SANITARIO
Il nome inglese green pass può far pensare ad una cosa nuova, moderna. In realtà così non è.
Infatti già nel ‘500 a Venezia circolavano dei veri e propri passaporti sanitari che certificavano le esigenze di protezione delle comunità indenni. Se i forestieri non li esibivano, l’autorità sanitaria vietava loro l’ingresso in città.
All’epoca non era il Covid ad incutere terrore di contagio, ma la peste. Anche allora era già chiaro il nesso tra spostamenti delle persone ed epidemie, come era chiaro che i maggiori pericoli, in termini di potenziale contagio, provenivano dalle navi.
Proprio per questo i passaporti sanitari erano di due tipi. La “fede di sanità”, per chi viaggiava via terra e la “patente di sanità”, che era richiesta a chi proveniva dal mare per attestare che la città o il porto di provenienza fossero liberi dalla peste.
Quest’ultima, dovendo proteggere la comunità dai contagi portati da viaggiatori lontani, era il certificato più dettagliato e severo. Vi erano indicate le generalità del proprietario, il nome dell’imbarcazione, i segni particolari e addirittura il taglio di capelli.
DA VENEZIA ALL’EUROPA
L’utilizzo di questi documenti, necessari per viaggiare, si estesero da Venezia a moltissime altre città d’Europa. Si dava molta attenzione alla loro veridicità e attendibilità perché in caso di contagio, le ripercussioni sarebbero state disastrose per gli scambi commerciali e per l’intera economia del paese.
Anche la classificazione delle zone per colore, in base alla diffusone della malattia, non è una novità. Sempre in quell’epoca, infatti, si ricorreva ai bandi di sanità, cioè dei manifesti che impedivano viaggi da e per determinate città. La pena per chi trasgrediva, anche una sola volta, poteva essere la morte.
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Leonilde Gambetti