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IL PROFUMO BUONO DELLE FRAGOLE DI SOFIA

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La fragola è il frutto della seduzione, ma da oggi è anche il frutto dell’innovazione, della voglia dei giovani di mettersi in gioco e di trasformare qualcosa di antico in qualcosa di nuovo.
La storia è quella delle “Fragole di Sofia”, nate dall’idea di una giovanissima ricercatrice che ha unito la ricerca tecnologica alla coltivazione tradizionale.
Stiamo parlando di Sofia Michieli, 24 anni, in procinto di specializzarsi in Tecnologie Agrarie a Padova e vincitrice del premio Smau, istituito per valorizzare i nuovi progetti di trasformazione digitale e di Open Innovation.
Il suo motto è “Coltivare. Innovare. “
La sua serra high tech di 6000 metri quadri si trova a Crespino, un piccolo paesino con meno di 2000 anime in provincia di Rovigo, all’interno della tradizionale azienda agricola di famiglia.
La sua particolarità è un ingegnoso sistema di canaline mobili “fuori suolo” che consente di raddoppiare la produzione occupando la stessa superficie.
Queste canaline ” up and down“, semovibili e posizionate verticalmente su più livelli, hanno anche l’indiscutibile pregio di migliorare la qualità del lavoro. Nessuno, infatti, deve più abbassarsi fino a terra per curare o raccogliere il frutto, ma tutto si svolge all’altezza desiderata, quella più comoda per l’operatore.
Il sistema è nato in Olanda ed è stato importato in Italia da Sofia due anni fa.
La giovane coltivatrice produce ora circa 55 mila piante in serra e ognuna di esse frutta 750 grammi di fragole, in un periodo prolungato che va da aprile a giugno e da settembre fin quasi a dicembre.
È una coltura stagionale che in alcuni mesi necessita di qualche braccia in più.
Questo ha dato modo a Sofia di assumere sei persone, andando a pescare tra giovani baristi, ristoratori e anche parrucchieri con famiglie a carico, che in tempo di Covid-19 erano rimasti disoccupati.
Il profumo delle fragole è ancora seducente, ma da oggi è anche innovativo e solidale.
Leonilde Gambetti

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