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Inspiring people through history and stories. Lucrezia Borgia, I Atto
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Impresa eccezionale non è nata in un luogo casuale. Spoleto ha una storia straordinaria, impregnata di spirito rivoluzionario e passione. Una storia in cui le donne hanno un ruolo non irrilevante.
In questi giorni così complessi, in cui siamo quasi forzati a guardarci dentro, abbiamo deciso di avviare una piccola sperimentazione. Travolti da un male che sembra incontrollabile, molti sentono l’urgenza di sfruttare queste settimane per provare a diventare persone migliori. Non possiamo però certo andare fisicamente a cercare figure in grado di ispirarci da portare dentro la nostra vita. Possiamo tuttavia reperire nella storia dell’umanità o nelle storie che l’uomo ha inventato nel corso dei secoli dei modelli ispiranti che possano accompagnarci in questa stagione, che, statene certi, non farà altro che renderci più forti.
Partiremo da una storia che sentiamo molto vicina. Una vicenda femminile che risale a mezzo millennio fa, ma che è stata di fatto riscoperta solo negli ultimi decenni. In tre puntate, parleremo di Lucrezia Borgia, del perché è stata una figura rivoluzionaria e può ancora essere di ispirazione per tante donne.
Che il viaggio abbia inizio.
CURIOSITÀ
Per secoli Lucrezia Borgia è stata raccontata come la figlia illegittima di Papa Alessandro VI, protagonista di scandali e intrighi di palazzo. Si tratta di una lettura colpevole di uccidere la complessità di una figura femminile che si è trovata ad attraversare uno dei periodi più affascinanti della storia del II millennio: il passaggio dal Medioevo alla modernità.
Non è nostra intenzione approfondirne nuovamente la biografia: rimandiamo al nostro precedente articolo in merito (https://www.impresaeccezionale.it/donne-eccezionali/108-lucrezia-borgia-1480-1519-il-marchio-d-infamia-impresso-sulla-sua-fronte-di-donna). Vorremmo però concentrarci su alcuni aspetti del suo carattere che possono parlare alle donne, soprattutto nella situazione inedita che stiamo attraversando.
Lucrezia Borgia era una donna curiosa. Probabilmente lo era già di natura, ma è anche vero che questa attitudine è stata incoraggiata in ogni modo da parte di chi doveva prendersi cura di lei. Tra le mura domestiche, da piccola, le era stata data l’occasione di portare avanti gli studi umanistici, linguistici e musicali. Sappiamo (grazie a studi recenti) che da ragazza aveva familiarità con diversi codici che usava spesso nella corrispondenza anche con i congiunti più prossimi. Da Duchessa di Ferrara si fece promotrice di una corte vivace di intellettuali e artisti (tra gli altri, Pietro Bembo e Ludovico Ariosto).
La curiosità dell’uomo nel Rinascimento era un vettore essenziale per lo sviluppo culturale della penisola. Più raro era che tutte queste capacità venissero esercitate da una donna, che scelse con coraggio di non dare limiti alle potenzialità della propria mente.
Lucrezia Borgia scelse la libertà, sempre. E lo fece lasciando la sua curiosità libera di indagare ogni aspetto dell’esistenza, andando ben oltre le mura di Ferrara, la città in cui ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.
Non ha potuto viaggiare molto. Questo però non le ha impedito di mantenere la mente spalancata e di raggiungere chiunque le fosse lontano e lei volesse comunque nella sua vita per lettera o con regali, come ha fatto ad esempio con i figli dei suoi fratelli: Luisa (figlia di Cesare, cresciuta in Francia) e Francisca e Jean (figli di Juan, cresciuti in Spagna).
Oggi da Lucrezia impariamo quindi che non c’è porta blindata che non permetta alla nostra mente di uscire, scoprire il mondo e così scoprire noi stesse.
Giulia Iacovelli
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