Quando ancora per le donne era un tabù Kathrine Switzer ha corso la maratona di Boston nell’edizione del 1967.
“Non è un’attività per le donne, sono troppo deboli, troppo delicate.”
“Fa male agli organi riproduttivi.”
“Fa venire le gambe grosse.”
Negli anni ’60 incredibilmente erano ancora questi gli stereotipi sulle donne e lo sport.
All’epoca la maratona di Boston era un evento unicamente maschile. Kathrine Switzer però voleva cambiare le cose e per farlo doveva iscriversi e correre ufficialmente davanti agli occhi di tutti, come donna, senza camuffamenti di alcun genere e volendo anche con il rossetto sulle labbra.
Il primo passo è stato quello di registrarsi usando solo le sue iniziali, KV Switzer, per non dare troppo nell’occhio.
Le fu assegnato il pettorale numero 261, e con quel pettorale diventò la prima donna iscritta ufficialmente alla maratona di Boston.
Da allora quel numero è la cifra simbolo della libertà di sfidare i propri limiti, come atlete e come donne.
Quando a maratona iniziata, a tre chilometri dalla partenza, il direttore di gara Jock Semple si accorse che tra gli atleti ce n’era uno di sesso femminile cercò di impedirle la continuazione, addirittura aggredendola e strattonandola per costringerla a uscire fuori dal percorso.
Grazie all’aiuto del suo fidanzato, Thomas Miller, anche lui iscritto alla competizione, Kathrine Switzer riuscì a liberarsi dalla stretta, non si fece intimidire e portò a termine la sua gara nel tempo di 4 ore e 20 minuti, passando così alla storia e spianando la strada alle future generazioni di donne e di atlete.
L’immagine in cui Kathrine Switzer viene brutalmente strattonata dal direttore di gara Jock Semple è entrata a far parte de “Le 100 foto che hanno cambiato il mondo” segnalate dalla rivista “Life”.
Furono proprio le foto della violenta reazione da parte degli organizzatori, apparse il giorno successivo sui giornali, a suscitare sdegno e provocare un movimento di opinione che ha portato all’apertura della maratona di Boston alle donne nel 1972.
Dopo questi fatti Kathrine Switzer vinse la maratona di New York nel 1974 e proseguì brillantemente la sua carriera correndo oltre quaranta maratone.
Ancora oggi è fra le maggiori attiviste a favore dell’inclusione femminile nello sport. In onore del suo gesto il numero 261 è stato definitivamente ritirato dalla gara e grazie alla sua battaglia molte persone portano avanti il suo progetto attraverso l’associazione 261fearless.
Guarda le immagini di Kathrine Switzer alla maratona di Boston: “Le 100 foto che hanno cambiato il mondo”