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ANNA GRASSELLINO E LE ALTRE, LE DONNE SCIENZIATE NEL SOLCO DI IPAZIA

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Già nel 2017 Barack Obama ci aveva visto lungo e le aveva conferito il “Presidential Early Career Award for Scientist and Engineers”, il massimo riconoscimento del governo Usa ai giovani professionisti della ricerca scientifica.
Il 10 dicembre è stata eletta “Donna dell’Anno” tra le 50 donne italiane eccellenti che hanno lasciato un segno nel 2020 in diversi campi, per il premio conferito dalla rivista D La Repubblica.
Anna Grassellino, ingegnere elettronico di 39 anni, è nata a Marsalala e vive a Chicago. Ha studiato ingegneria elettronica all’Università di Pisa. Ha iniziato la sua carriera all’INFN, Istituto Nazionale Italiano di Fisica Nucleare, e ha poi conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università della Pennsylvania prima di entrare nel 2012 a far parte del FERMILAB, un caposaldo della ricerca sulla Fisica delle Alte Energie.
Qui il Department of Energy americano le ha recentemente assegnato 115 milioni di dollari per realizzare il nuovo centro di calcolo quantistico Sqms, Superconducting Quantum Materials and Systems Center, di cui è diventata direttrice a capo di un team di 200 scienziati.
Tanto per capire la portata dell’evento «Di centri come questo, gli Stati Uniti ne hanno 5» spiega la Grassellino. «Gli altri 4 sono diretti da uomini».
Il Centro SQMS ha l’ambizioso obiettivo di progettare e costruire entro i prossimi cinque anni, il più potente computer quantistico mai realizzato, in grado di svolgere complessi calcoli in pochissimo tempo, con ricadute importanti per la ricerca di base e le scienze biomediche. Uno sforzo collaborativo che coinvolge 20 istituzioni tra cui l’Istituto Nazionale Italiano di Fisica Nucleare, unico partner non statunitense.
“Sono onorata di essere stata nominata Donna dell’Anno 2020 da D La Repubblica”, ha detto Anna Grassellino. “Il 2020 è un anno che ha portato maggiore consapevolezza dell’importanza cruciale della scienza come faro di speranza per il futuro della nostra società. Spero di dimostrarmi una vera testimonial della rilevanza che ha l’investire nella scienza e nell’innovazione, e di poter essere di ispirazione per le molte ragazze e donne che aspirano ad avere una carriera nelle discipline scientifiche”.
I riconoscimenti da parte del mondo scientifico alla Grassellino, sono l’ennesima picconata al “Matilda effect”, definito da Margaret W. Rossiter, che sintetizza il pregiudizio diffuso contro il riconoscimento dei contributi delle donne alla ricerca scientifica.
Un pregiudizio che ha sempre cercato di allontanare le donne dalle Stem, le discipline scientifiche anche dette scienze dure, considerandole inadeguate. Ma soprattutto che ha visto le donne scippate, da parte dei colleghi uomini, dei risultati del loro lavoro e del successo dovuto.
Eppure sono molte nella storia le donne che hanno conseguito importanti scoperte scientifiche e sono sempre di più quelle che oggi dirigono importanti centri di ricerca e progetti internazionali ricevendo, finalmente, il giusto riconoscimento nonostante i pregiudizi e le enormi difficoltà per arrivare al traguardo.
Sono le donne nel solco di Ipazia, la matematica, astronoma e filosofa dell’antica Grecia, barbaramente trucidata unicamente perché donna, di sapere e di scienza.
A lei è toccato un tragico destino, ma ha segnato la storia.
Da Ipazia in poi le donne, con il loro lavoro e i loro traguardi, hanno caparbiamente picconato pregiudizi e resistenze e il loro destino non è più tragico, ma splendente e pieno di speranze, così come il nostro, quello dell’umanità intera è certamente migliore, proprio grazie a loro.
Onore e gloria a tutte le Ipazia del mondo!
#Imresaeccezional
Leonilde Gambetti

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