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Plautilla Bricci (1616-1704). L’architettrice del Seicento.
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“L’architettura è il gran libro dell’umanità, la principale espressione dell’uomo attraverso i diversi stadi del suo sviluppo, sia come forza, sia come intelligenza”, Victor Hugo (1802-1885).
Nei mesi scorsi l’Archivio storico della Presidenza della Repubblica e l’Università degli studi di Roma Tor Vergata” hanno promosso un’interessante giornata di riflessione inerente all’opera delle donne – nell’arco di un periodo che corre tra il Cinquecento e il Novecento -, nell’ architettura, nell’arte e nella società.
Il Dizionario biografico degli italiani – della Enciclopedia Treccani – alla voce Plautilla Bricci, così recita: «Pittrice e architetto, fu membro dell’Accademia di San Luca (…)». Due opere architettoniche le dettero fama in vita: «Villa Benedetti (poi Mancini, poi Giraud), sulla Via Aurelia presso la porta S. Pancrazio, denominata, per la sua forma, il Vascello», e la decorazione della cappella di San Luigi (terza a sinistra), nella chiesa di San Luigi dei Francesi”.
Plautilla Bricci è l’unica donna architetto, o meglio, architettrice, della storia moderna di cui abbiamo notizia.
Di questa artista versatile si sono occupate, tra il 2017 e il 2019, due autrici: Consuelo Lollobrigida, studiosa delle donne artiste e docente universitaria, con il saggio, Plautilla Bricci. Pictura et Architectura Celebris. L’architettrice del Barocco Romano (Cangemi editore, 2017) e Melania Mazzucco – Premio Strega 2003, con l’opera letteraria Vita –, con il romanzo storico, L’ architettrice (Einaudi, 2019).
L’architettrice è Plautilla Bricci.
Plautilla è stata un’artista determinante per la storia delle donne. Una donna eccezionale del Seicento, tra l’età della Controriforma e il Barocco, che si è affermata nella Roma dei Papi, nella città” fastosa e miserabile al tempo stesso”, e nel contesto sociale di dominio maschile.
Plautilla Bricci è stata educata all’arte dal padre, Giovanni, un’artista poliedrico (commediografo, disegnatore e pittore presso la corte papale e la nobiltà romana).
“Mio padre pretendeva di non essere disturbato, ma non si chiudeva mai col catenaccio, perché forse in fondo lo divertiva vedermi curiosare tra le sue meraviglie. Mia sorella Albina non provava nessun interesse per i suoi disegni e i fiori essiccati. Lui sollevava appena la testa dal foglio, e portandosi il dito alle labbra mi intimava di far silenzio”, Plautilla Bricci.
Lollobrigida e Mazzucco, con orientamenti e stili diversi, hanno compiuto un importante lavoro di ricerca, che le ha portate a mettere in risalto – forse, a riscrivere la Storia – la vita e le opere (pittura, architettura) eseguite da una donna che ha avuto la forza (e quanta passione!) di smontare i luoghi comuni (ancora in atto?) nei riguardi delle donne artiste.
Due lavori, un saggio e un romanzo storico, che restituiscono alla comunità odierna, un valido modello di successo (nel significato di compiere il lavoro che si ama) e di collaborazione tra genere maschile e femminile.
Già, collaborazione. Una figura maschile, l’abate Elpidio Benedetti (1610-1690), protagonista del dialogo artistico e politico tra Roma e Parigi, ha creduto nel talento dell’artista romana. In quel periodo alle donne erano “riservate”, nella maggior parte dei casi, le seguenti forme d’arte: miniatura, ricamo, pittura in piccolo. L’ abate è stato il tramite tra Plautilla e una serie di committenti: la famiglia Barberini, la corona di Francia (Luigi XIV) e il Capitolo Vaticano.
Ed è stata Plautilla a ideare la dimora della famiglia dell’abate Benedetti, Villa Benedetta, definita come il Vascello – “edificata a similitudine d’un vascello sopra uno scoglio” – fuori Porta San Pancrazio. Una dimora che troneggiava sulla città. Dimora che è stata distrutta nel 1849, durante l’accerchiamento francese di Roma. Le truppe francesi si erano stabilite nella città, al fine di abbattere la Repubblica Romana e far rientrare Pio IX a Roma.
Plautilla Bricci tra il 1671 e il 1680, con la mediazione dell’abate Benedetti, ha disegnato la cappella del Re Santo, Luigi IX, nella chiesa San Luigi dei Francesi e ha dipinto la pala centrale Gloria di san Luigi IX, così come ha scelto i marmi policromi dell’altare e ha curato i particolari degli stucchi.
«Tirar su una casa. Scegliere le tegole del tetto e il mattonato del pavimento. Immaginare facciate, logge, scale, prospettive, giardini. Per quanto ne sapevo, una donna non l’aveva mai fatto», Plautilla Bricci.
Fonti:
Luciano Canfora, a cura di, “Libri e biblioteche”, Sellerio, 2002, p.33
http://www.treccani.it/enciclopedia/plautilla-bricci_%28Dizionario-Biografico%29/
https://www.gangemieditore.com/dettaglio/plautilla-bricci/7626/3
https://www.academia.edu/12116062/Nuova_luce_su_Plautilla_Bricci_pittrice_e_architettrice_
Alberto Asor Rosa, “Grazie Plautilla che hai reso femmina l’architettura”, “La Repubblica”, 24 Novembre 2019, https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2019/11/25/news/grazie_plautilla_che_hai_reso_femmina_l_architettura-241831042/
http://comitatogianicolo.it/storia-della-repubblica-romana
Per saperne di più:
https://www.maxxi.art/events/architettrice-di-melania-g-mazzucco/
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