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Rhea Bullos, corri ragazza, non ti fermare!

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Lei è Rhea Bullos, ha 11 anni e neanche un paio di scarpe. Ma corre.

Fascia i suoi piedi con bende e gesso. Niente calzature performanti, niente suole anatomiche, materiali innovativi, molle ammortizzanti, tomaia conformata e traspirante, o stringature speciali. Niente di niente. Solo delle fasce e gesso con cui avvolge le piante dei piedi ed ogni singolo dito.

Per vezzo Rhea disegna sulle bende il famoso baffo della Nike e probabilmente nella sua immaginazione le trasforma nel rinomato paio di scarpe da corsa.
Una illusione, che ricorda il gioco di finzione attraverso il quale i bambini imparano a crescere e secondo cui “non importa quanta dignità tu abbia, se un bambino ti passa una tazzina vuota, devi bere”. E se disegni il baffo della Nike sulle bende di un piede, quelle diventano un paio di scarpe da running e devi correre. Un po’ come quando da piccoli si gioca a fare il dottore, il capostazione, l’astronauta. È la potenza dell’immaginazione dei bambini, la polvere magica che trasforma due sassi in una porta del campo di calcio, o il manico di una scopa in un destriero.

E Rhea corre con le sue magiche bende, che sono come le scarpette di Cenerentola, non quelle di cristallo di una principessa sulla pista da ballo, ma quelle di una campionessa sulla pista d’atletica.

Il suo allenatore, Predirick Valenzuela, ha messo su una squadra di una dozzina di piccoli atleti, ma ha solo due paia di scarpe per tutto il gruppo. Due fortunati le indosseranno, mentre gli altri useranno bende e gesso.
La povertà è tangibile, non serve raccontarla.
Due sole paia di scarpe per dodici ragazzini. A chi toccheranno?

Non a Rhea.
Dopo un mese di allenamento la ragazzina partecipa a tre gare del campionato di atletica studentesco locale nella provincia di Iloilo, nelle Filippine.

Corre anche senza scarpe e vince la medaglia d’oro in tutte e tre le competizioni di 400, 800 e 1500 metri. Una impresa eccezionale, considerata l’assenza di mezzi.

Il suo allenatore posta sui social una foto dei piedi bendati e malconci della ragazzina e in un attimo la sua storia diventa virale. Ne parla il New York Times e a seguire tutta la stampa mondiale. Si scatena così una gara di solidarietà e in tantissimi si offrono di regalare un paio di scarpe da corsa alla giovanissima runner filippina.
Quelle si possono comprare, il talento, la grinta e la voglia di vincere invece non si trovano in vendita.

Che cos’è una donna di successo?
È una bambina che ce l’ha fatta, nonostante tutto.
È una che corre. Anche senza scarpe. E vince.

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